La Storia di Laura Surace
Pavia, Zurigo e Parigi. Se il cervello di Laura Surace è costantemente ‘in fuga’, dove lo porta la ricerca scientifica, il cuore non ha mai abbandonato Reggio Calabria. Determinazione e rigore gli assiomi irrinunciabili in chi fa scienza, nella ricercatrice reggina però convive una seconda anima, scanzonata e giocosa. Grande appassionata di calcio, tanto da praticarlo da quando era adolescente: “E mi sono diplomata, al Liceo Volta, il giorno dopo la vittoria azzurra ai mondiali del 2006. Un chiaro segno del destino no?” rivela sorridendo ai microfoni di Citynow. Dopo aver ottenuto il diploma, è arrivato il momento delle scelte decise e coraggiose. ‘Io però ho stima anche di chi rimane, e vuole combattere in una terra difficile dal punto di vista dell’occupazione. E’ una sfida che richiede forza di volontà, anche per me però non è stato semplice lasciare la Calabria.
Trasferitasi a Pavia, Laura consegue la laurea triennale in ‘Biologia molecolare’, poi è il momento di un master in ‘Molecular Biology and Genetics’, interamente studiato e conseguito in lingua inglese.
​
‘Nei 5 anni trascorsi a Pavia ho avuto la fortuna di collaborare con il professor Giovanni Maga, che ha condotto studi importanti sull’Hiv. I miei progetti post laurea riguardavano il virus HIV e lo scopo del progetto era capire quali proteine il virus utilizza per infettare le cellule umane e in che condizioni’. Concluso il percorso di studi, la ricercatrice reggina ha inseguito un dottorato all’estero, scegliendo Zurigo tra le diverse opzioni. ‘In Svizzera mi sono occupata di tutt’altro. Con la professoressa Van Den Broek ho studiato i tumori e la radioterapia, con lo scopo di migliorare la terapia, ricerca in parallelo sull’uomo e i topi. Dopo 4 anni di duro lavoro abbiamo pubblicato lavoro ‘Cell-Immunity’, una delle più importanti riviste scientifiche’.
Il progetto ha ricevuto vari premi in tutta europa (tra i quali miglior tesi a Zurigo) e ha avvicinato la ricercatrice reggina a nuove collaborazioni internazionali. Conclusa l’esperienza in Svizzera, è nuovamente arrivato il momento di operare delle scelte e spostarsi. ‘Per chi fa scienza è normale. Bisogna conoscere nuove realtà, vedere come altri colleghi affrontano i problemi. Altrimenti non si cresce, si è esposti sempre agli stessi stimoli, mentre è proprio il cambiare quello che ti fa evolvere’.
Laura, dopo aver accarezzato l’idea di trasferirsi in Olanda, sceglie la Francia, precisamente l’Istituto Pasteur di Parigi, uno dei più importanti a livello mondiale. Il Prof. James Di Santo, che lavora a stretto contatto con la ricercatrice reggina, è uno degli immunologi piu importanti in Europa, ha contribuito per la creazione dei cosiddetti ‘topi umanizzati’. Con uno studio sul diabete e il coinvolgimento del sistema immunitario, Laura Surace ha vinto un progetto europeo, la borsa di studio “Marie Curie”, tra le più prestigiose
​
In un contesto internazionale e poliglotta, si districa bene: “Parlo l’inglese e lo spagnolo come l’italiano, essendo da un anno in Francia capisco e parlo anche il francese. Con il tedesco ho qualche difficoltà in più, ma mi faccio capire (ride, ndr). Adesso sto organizzando una conferenza internazionale sul metabolismo e sistema immunitario, sarà la mia prima conferenza qui a Parigi, si terrà a novembre 2017. Ci saranno scienziati da tutto il mondo, sono già in ansia…’.
Una lunga sequenza di soddisfazioni e importanti traguardi professionali, Laura però lascia uno spazio rilevante della propria vita per attività che possono sembrare meno ‘serie’, ma che per lei hanno la stessa importanza. Il calcio, soprattutto. ‘Tifo Juventus, oltre la Reggina ovviamente. Quando ero a Reggio ho giocato nella ProReggina con Enzo Tramontana, a Pavia nel Siziano, Certosa e Torre D’Isola e poi a Zurigo nei Blue Stars. Mi piace più giocare con i ragazzi, ho maggiore soddisfazione nel realizzare un gol contro di loro (ride, ndr). Cosa ne pensano i miei genitori? All’inizio non erano entusiasti, poi si sono ‘arresi’ alla mia passione’.
​
Presidentessa della Maison Italie nella capitale francese, Laura organizza feste e attivita culturali per i residenti della casa. Altra passione antica, che ricalca le esperienze universitarie vissute a Pavia: “Ad esempio quella con il Collegio Cardano, tra le più belle che uno studente possa fare. Mi piace divertirmi nel tempo libero, fino a quando avrò le energie e potrò tenere questi ritmi…’
Da più di 10 anni oramai, Laura ha lasciato Reggio Calabria. Tornarci, da un punto di vista professionale, non è possibile. ‘Però per le vacanze torno sempre in quella che è la mia vera unica casa, per stare con la famiglia e gli amici. Sfrutto i miei periodi ‘reggini’ per parlare il dialetto e mangiare bene. All’estero, nemmeno lo immaginano come mangiamo bene noi calabresi…’
Due i progetti futuri che interessano in modo particolare la ricercatrice reggina. Uno personale, l’altro legato ai più giovani. “Sogno di avere un laboratorio di ricerca mio, poter lavorare esclusivamente sulle mie idee. E’ una scommessa difficile, ma mi sono sempre piaciute le sfide complicate. Con l’Università di Pavia e il Liceo Volta mi piacerebbe collaborare per indirizzare i giovani, fare capire a quali problemi possono andare incontro e fare crescere i talenti che meritano una opportunità. A chi mi sento di dire grazie? Ai miei genitori, persone magnifiche. Senza il loro sostegno e supporto, non sarei mai riuscita ad ottenere tutto questo”..
Articolo tratto da Citynow.it
​
​
​