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Roberto Festa, dopo aver vissuto a lungo negli Stati Uniti, dove ha studiato Storia delle idee all'Università di Princeton, lavora come giornalista a Radio Popolare e collabora con "Il Fatto Quotidiano" e la Radio Svizzera Italiana. Oltre a Il mondo da Sheinkin Street (elèuthera 2002), ha pubblicato Cosa succede a un sogno (Einaudi Stile Libero 2004) e Il mondo ebraico americano contemporaneo (in Le religioni e il mondo moderno, Einaudi 2008).

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Questi racconti in presa diretta ci restituiscono il ritratto di un'America profonda che l'elezione di Trump ha riportato al centro della scena, e lo fanno registrando, con lo sguardo lungo della Storia, le parole, le idee, le emozioni dei suoi anonimi protagonisti.

La storia mai chiusa di tre ragazzi uccisi dal Ku Klux Klan in Mississippi, al tempo del movimento per i diritti civili. L'epidemia di morti per eroina nelle zone ex industriali devastate dall'assenza di lavoro e speranza. Gli omicidi di medici, la paura e la rabbia seminati dalla guerra sull'aborto. E ancora le attese e l'ira dei giorni dell'insediamento di Donald Trump, e i nuovi stili di vita, sesso e affetti della comunità omosessuale.

Sono queste le storie che ci racconta Roberto Festa mentre percorre da Nord a Sud, dalla costa Est al Midwest, un'America divisa, segnata da straordinarie fughe in avanti, che a volte appaiono come l'ultimo ballo sul ponte del Titanic, e da ritorni a un passato che si credeva finito e che invece riappare con prepotenza per ricordarci che le conquiste e i diritti non vanno mai dati per scontati.

Dalla lettura del libro di Festa emerge un’America in cui convivono, confliggendo, identità e mondi separati, con preoccupanti ritorni ad un passato che sembrava rimosso una volta per tutte. Un’America che dovrebbe essere meglio indagata da quanti scrivono editoriali comandati dalle scadenze pensando di conoscere davvero il paese solo per aver trascorso qualche settimana in un hotel di New York durante le campagne elettorali o per essere cresciuti divorando programmi televisivi a stelle e strisce. L’America raccontata da Festa? «Parecchia rabbia. Molta confusione. Poca felicità»

 

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